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Attraverso di me espongo questo anno che è stato stravolto e devastato da una terribile pandemia, il Coronavirus.
In particolare ho voluto ideare il mio progetto personale sulla senzazione di solitudine che ci ha accomunati tutti quanti.
Ognuno di noi ha vissuto questo periodo in modo differente, alcuni in modo tragico, perdendo una persona a loro cara, altri sono riusciti a fare una crescita personale, mentre altri chiudendosi in loro stessi non sono riusciti ad affrontare questa crudele realtà.
Attraverso le immagini esprimo tutte quelle emozioni che in quel momento ho dovuto affrontare.
Il peggior nemico di cui ho sempre avuto timore è il tempo, in tutte le sue caratteristiche, lento e inesorabile oppure svelto e inaspettato. Un sentimento di oppressione come se fossi schiacciato dalla gravità stessa, rinchiuso nello stesso posto in un tempo indefinito, cerchi in continuazione un’appiglio, qualcosa che ti dia la grinta per continuare ,e allora tu guardi fuori dalla finestra sognando ad occhi aperti ciò che ti rivelerà il futuro.
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Vorrei inoltre ricordare una frase tratta da un libro di Ingrid Betancourt, che mi ha fatta riflettere molto in questi giorni.